Ne parlavamo forse in altri termini con un neurochirugo qualche giorno fa e oggi mi ritrovo nell'elogio della lentezza di Maffei: «Il desiderio di emulare le macchine rapide create da noi stessi, a differenza del cervello che invece è una macchina lenta, diventa fonte di angoscia e di frustrazione» E aggiunge: «La netta prevalenza del pensiero rapido, a partire da quello che esprimiamo attraverso l’uso degli strumenti digitali, può comportare soluzioni sbagliate, danni all’educazione e perfino al vivere civile».
La lentezza espressa attraverso l’uso fisiologico di una macchina lenta, il cervello, sviluppa la creatività.
Bisogna approfondire. Quale miglior tempo.