sabato 21 maggio 2011

Office 365: prime tre settimane qualche numero e qualche perplessità

A sole 3 settimane dall’annuncio della disponibilità della versione beta pubblica di Microsoft Office 365, sono già state fatte 2100 sottoscrizioni di prova del nuovo servizio di cloud computing firmato Microsoft.Mediamente per avere la propria richiesta evasa servono 20 giorni.

Sicuramente un approccio diverso dagli altri provider in cui l'attivazione del servizio è immediata.

Altra nota. Exchange Online il servizio chiave dell'offerta di Microsoft, negli Stati Uniti - dove è attivo ormai da diverso tempo - ha avuto una serie di problemi tecnici e ritardi che l'hanno costretta negli ultimi giorni ad andare offline in diverse occasioni, la prima la settimana scorsa, l'ultima nella giornata di ieri  scatenando le proteste degli amministratori IT.

Qualcuno ha posto il problema come un problema di sicurezza... il problema forse è nella scelta del  Cloud Solution Provider... e non la sicurezza del Cloud.

Leggendo con attenzione l'offerta di Microsoft emerge in modo abbastanza chiaro che il servizio è un servizio di hosting di un applicativo Microsoft Exchange. L'hosting di un applicativo ha poco a che vedere con un servizio Cloud infatti Microsoft attiva per ogni cliente una istanza  di Microsoft Exchange e si impegna a gestirla garantendo uno SLA. 

L'infrastruttura su cui il servizio è ospitata è scalabile ma non il servizio. 

Microsoft si scusa e informa che stanno "investigando la questione legata ai problemi con le email e alle interferenze riscontrate con Exchange Online".  E con le scuse ha ribadito che avrebbero potuto avvertire con più tempestività gli utenti, ma che si è fatto il possibile per risolvere la questione.

Amazon, Google, Salesforce, Zoho condividono online documenti su come sono impegnati a garantire la sicurezza e la disponibilità dei propri servizi e in caso di disservizio indicano chiaramente il problema riscontrato e quanto metteranno in campo nell'immediato perchè questo non si ripeta.

Per tutti questi provider è disponibile un Dashboard (AWS Service Health Dashboard, Trust.salesforce.com, Zoho Service Health Status, Google Service Dashboard) di consultazione in cui vengono notificati immediatamente i problemi riscontrati e date indicazioni in tempo reale su come il problema viene affrontato.

Amazon rispetto i problemi che ha avuto lo scorso aprile non ha mancato di comunicare con trasparenza
(Summary of the Amazon EC2 and Amazon RDS Service Disruption in the US East Region) e non solo ecco il video intervista di Keith Shaw sul disservizio di Amazon EC2 ha velocemente fatto il giro dei principali blog.



Enisa ricorda che per scegliere un provider la trasparenza è un elemento chiave. Speriamo anche Microsoft presto adotti strumenti ormai condivisi e che poco presti il fianco a chi sembra cogliere ogni disservizio del Cloud come una opportunità per dire che è un modello di erogazione di servizi IT non sicuro. 

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