domenica 15 settembre 2013

Genius!

Google CHROME come Microsoft WINDOWS: why not?!

Da qualche settimana Steve (Balmer) resign. Mi è tornato alla mente un articolo che avevo letto qualche settimana fa che trovate nella versione originale dal titolo: Does Google CHROME now equal Microsoft WINDOWS?

Sì, lo so, molti di voi si staranno chiedendo perchè dedicare tempo a leggere  un articolo come questo Microsoft Windows è Sistema Operativo con la S e la O maiscuola e non può essere confrontato con un browser.

Come fa l’autore “a paragonare un browser, Chrome, a un sistema operativo come Windows?”

Aspettate un attimo: togliamo i pregiudizi e proviamo a pensare più in grande e a fare riferimento a Google Chrome e a Microsoft Windows come due "gruppi di prodotti" e non solo come a software singoli....

Chrome (nato a settembre 2008) è noto come programma browser (software che consente di navigare in internet) alternativo a Internet Explorer (il browser di Microsoft) e a Mozilla Firefox. Oggi Chrome-browser è disponibile sui dispositivi Apple (iPhone e iPad), così come su smartphone e tablet Android, oltre a essere disponibile anche in una versione per Linux. In quasi cinque anni di vita, Chrome si è evoluto attraverso 29 release e dal giugno 2013 (secondo StatCounter) ha incrementato in modo vertiginoso la sua popolarità fino a diventare il browser più utilizzato negli Stati Uniti (piazzandosi prima di Internet Explorer).

Windows è normalmente conosciuto come sistema operativo (OS - Operating System) per computer desktop e laptop. Ma nel mondo del marketing (quella scienza che determina la mindshare dei marchi, cioè la loro “fidelizzazione mentale”), il termine “Windows” è usato quando ci si riferisce a una vasta selezione di prodotti software, come Windows Server OS, il sistema operativo Windows Mobile, Windows Office e altri software e applicativi di sistema.

In meno di 4+ anni, la parola "Chrome" non identifica solo un browser ma è utilizzato in un ecosistema di software e device - l’ultimo in ordine cronologico è il Chromecast.

Quello che è più significativo è che oggi Google, tramite il nome “Chrome”, offre prodotti che si collocano a ogni livello dalla classica "component stack” di un PC, andando così a coprire e soddisfare potenzialmente ogni possibile utilizzo del computer:
  • Utente - tutti i Servizi Web di Google, molti dei quali correlati ad altri tipi di prodotti, anche a quelli coinvolti negli altri livelli della “pila”.
  • Applicazione - Google Chrome (il Browser Web)
  • Sistema operativo - Chrome OS e Chromium OS (la versione Open Source)
  • Hardware Chromebook, Chromebox e Chromecast
Nel mondo ultra-competitivo della tecnologia, la Mindshare (la ritenzione o fidelizzazione mentale) è estremamente importante per il successo di un'azienda o di un prodotto. I dipartimenti di marketing sperimentano continuamente azioni volte ad aumentare la quantità di tempo e/o la frequenza con cui un cliente pensa a un loro prodotto specifico. Molto spesso, infatti, le persone effettuano le loro scelte in base a quello di cui hanno sentito parlare di più. Fate una prova anche voi parlando con chiunque abbia acquistato un PC negli ultimi dieci anni: senza dubbio le parole Microsoft e Windows saranno entrate nella loro testa prima e/o durante la loro decisione di acquisto. In effetti, le persone possono anche non conoscere esattamente cosa sia o cosa faccia Windows, ma conoscono quel nome.

In appena 4 anni, Google ha ampliato la propria offerta (marcando i vari prodotti col nome Chrome), fino al punto in cui, attualmente, esiste un prodotto di Google alternativo a Microsoft a tutti i livelli della "pila dei componenti" di un PC.

Pensate che, già nel dicembre 2010, la Fast Company pubblicò un articolo intitolato “Google Chrome vs. Microsoft Windows: la Battaglia di Browser si è trasformata in Battaglia di Sistemi Operativi” (leggete l’articolo completo di Austin Carr); l’ultimo paragrafo chiudeva l’articolo affermando quant segue:

"Chrome si aggiorna automaticamente ogni sei settimane o giù di lì. Non ti chiede se desideri installare un aggiornamento di sicurezza o una patch o un service pack. Quando il sistema operativo Chrome è attivo, è sempre la versione più aggiornata (...) ci vorranno anni prima di vedere alti tassi di utilizzo. (...)

Ma per Microsoft, il sistema operativo Chrome è un segnale di avvertimento. Il gigante di Redmond non può riposare sugli allori per sempre."


L'avvertimento di Austin Carr sembra più che fondato, fin tanto che Google continua a possedere importanti quote di mercato nel settore del Cloud Computing ed è in crescita anche la sua quota nel campo dei PC/Dispositivi mobili (hardware e software). Microsoft ha dovuto lavorare per conquistare uno spazio altrettanto significativo nel cloud computing, ma, se non starà attento, l'ingresso di Google nel mercato desktop e mobile potrebbe erodere una parte del loro mercato storico.

I consumatori, così come le comunità business, vogliono solo che "il lavoro sia fatto", perciò utilizzano il prodotto che è più disponibile, affidabile e conveniente per loro finché soddisfa la maggior parte delle loro esigenze.

Quindi, in sostanza, CHROME è uguale a WINDOWS se svolge il lavoro richiesto dall’utente, anche se (per ora) non può offrire un confronto diretto ed equivalente, funzionalità per funzionalità, rispetto alla proposta Microsoft.

Inoltre, grazie al Chrome Web Store, che offre la possibilità d’installare applicazioni/estensioni in modo rapido sui propri dispositivi, la nuova configurazione evolutiva della “pila dei componenti” è in grado di competere anche con gli Apple Macintosh.

E 'un momento incredibile nel mondo dei computer: la domanda apparentemente infinita per applicazioni online immediatamente disponibili, per aggiornamenti software semplificati, per il supporto e la manutenzione con dispositivi "sempre connessi", sta ridefinendo la tradizionale “pila dei componenti PC”.


Move to Keep and re-think how sort task!


Entrepreneur and author Robyn Scott wanted to create a habit of making one introduction within her network a day. In order to get herself excited enough to do it, she created a category on her to-do list titled, “Highly helpful.” Noticing the efficiency of this method, she now sorts her tasks using these categories:

Triumphant: Client pitches, investment presentations, hiring plans. Mission critical stuff.
Supremely satisfying: Inbox zero, making a tricky phone call, research.
Massive relief: Tax return, sorting out insurance, booking flights.
Highly helpful: Intros, advice, intros, intros.
Basic decency: Thank you notes, keeping promises. I’ve found this list surprisingly revealing. It shows the conflict between two things I value greatly: generosity and integrity. I tend to promise too much. Seeing my impossibly long list in “basic decency” helps me avoid over-promising and jeopardising integrity.
Delight: I’d been meaning for ages to get a print of Raphael’s School of Athens for my office, calling a friend out of the blue.
Fit for Battle: A daily run, 10 minute morning meditation. (I’ve been reading books on war recently, hence the description.)

Comments on http://99u.com/workbook/18750/introducing-the-to-do-list-organized-by-emotion

martedì 3 settembre 2013

Google Plus il Social Enterprise è possibile?

Durante l'estate arrivano sempre interessante annunci da parte di Google.

Google+ permette in modo semplice ai clienti di Google Apps di connettere e condividere le persone all'interno dell'organizzazione e incoraggiare la collaborazione tra i diversi teams.

Il 14 agosto sono state annunciate le Google+ Domains API.

Le Google+ Domain API abilitano gli utenti di Google Apps ad integrare Google+ all'interno dei loro tool e processi. Le applicazioni possono utilizzare le Google+ Domains API per pubblicare post, commetare post condivisi nel dominio, gestire i Circles e  controllare le attività di condivisione e pubblicazione.

Cosà significa? Che finalmente è possibile utilizzare e governare Google+ perchè risponda ai criteri di riservatezza e sicurezza di livello Enterprise... in altre parole Google+ si candida a diventare il social per le organizzazioni.

Come sfruttare le API rilasciate per governare e gestire Google+ in un contesto aziendale?

La risposta è semplice sviluppare un pannello di gestione e analisi di Google+ oppure dotarsi di un servizio che mi permetta di gestire questo.

CloudLock ha annunciato il supporto di Google+ nella Suite di sicurezza.

Il supporto a Google+ vuole essere di aiuto ai CIOs che vogliono implementare Google+ all'interno del proprio dominio applicando controlli di sicurezza e audit avanzati come ad esempio:
  • l'identificazione e l'auditing degli streams all'interno del proprio dominio
  • la classificazione e le azioni collegate a dati sensibili che vengono condivisi all'interno o all'esterno del dominio
  • l'implementazione di policy organizzative e regolatorie per garantire la compliance aziendale.


Interessati a introdurre Google+ nella vostra azienda? We can. ;D 

Cloud Computing... investimenti.


Come sempre nell'italico paese diamo una lettura interessante al fenomeno del Cloud.

Leggo oggi e non posso resistere... se il cloud offre un modello As A Service forse il problema non sono gli investimenti - non necessari - ma una cultura dell'innovazione e un profilo demografico dei decision maker lontano anni luce dal Cloud Computing.

Sarebbe stato bello trovare scritto: "Il nuovo modello offre l'opportunità di accedere a infrastrutture, piattaforme e servizi senza la necessità di effettuare alcun investimento ma favorendo lo sviluppo e l'innovazione..."

Cloud Computing, Italia fanalino di coda negli investimenti 

Il nuovo modello offre l'opportunità di recuperare produttività e creare le condizioni per lo sviluppo e l'innovazione, permettendo al tempo stesso di ridurre di costi, razionalizzare le infrastrutture e migliorare i tempi di risposta. Tuttavia il nostro Paese è oggi un follower, con tassi di crescita lontani da quelli delle economie più evolute e ancor di più dai Paesi emergenti. Videointervista a Mariano Corso del Politecnico di Milano.

http://www.ict4executive.it/cloud/interviste/cloud-computing-italia-fanalino-di-coda-negli-investimenti_43672151932.htm