L'Italia è un paese che ha avuto spesso l'intuizione e lo spunto ma non sembra a traguardato l'arrivo per prima.
Pensiamo alla macchina da calcolo di Olivetti o alla Olivetti stessa. Eravamo i primi, eravamo in pole-position e ... la storia la conosciamo.
C'è un altro ambito in cui l'Italia oggi è prima e ha disegnato la strada per tutta l'Europa.
Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il 23 luglio 2014 il regolamento EIDAS – Electronic Identification and Signature (Electronic Trust Services) che stabilisce le condizioni per il riconoscimento reciproco in ambito di identificazione elettronica (eID – Electronic IDentification), le regole guida per i servizi fiduciari per le transazioni elettroniche (eTS – Electronic Trust Services), creando così un quadro giuridico europeo per le firme elettroniche, i sigilli elettronici, marche temporali elettroniche, documenti elettronici, nonché servizi di raccomandata elettronica (l’italica PEC) e servizi di certificazione per Autenticazione web (PE-CONS 60/14; dichiarazione: 11733/14 ADD 1).
Ha anche incontrato fallimenti come è normale in qualsiasi percorso si rispetti di un qualsiasi processo di innovazione.
In particolare abbiamo imparato tre lezioni:
- la dipendenza da un device hardware e quindi ad un driver o a un sistema operativo è una grande barriera alla diffusione e all'utilizzo dei servizi di Elettronici di firma;
- avere strumenti di lavoro dedicati alle persone ma non integrati nel workplace è una barriera alla diffusione e all'utilizzo;
- la dematerializzazione non è un problema applicativo ma culturale, di processo e legato alle persone, la cultura dell'applicazione è una barriera alla diffusione e all'utilizzo.
L'opportunità quella di integrare e rendere facili i servizi di dematerializzazione.
Come? Be tuned!
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