giovedì 28 aprile 2011

Google Docs è finalmente una applicazione per Android

Dopo le numerose applicazioni rilasciate da Google per la gestione delle numerose applicazioni incluse in Google Apps per il proprio sistema Android finalmente arriva una delle più attese: un'applicazione per utilizzare il servizio Google Docs.


Non solo una pagina web appositamente disegnata per l'utenza mobile ma una applicazione da cui sarà possibile creare, editare, caricare e condividere file di documenti.

L'opportunità è anche per il mondo Enterprise di estendere le funzioni di editing documentale anche agi utenti in mobilità mettendoli nelle condizioni di editare documenti di testo e fogli di calcolo, visualizzare PDF e immagini e presentazioni ma anche convertire le fotografie di documenti cartacei fatte dal cellulare in documenti Google Docs.

Il tutto ovviamente appoggiato sui server di Google che offrono un'ampia capacità di memorizzazione.


lunedì 25 aprile 2011

Android diventa un sistema per Enterprise


Ogni giorno vengono attivati nel mondo circa 300.000 devices con sistema operativo Android. Android è il sistema che meglio supporta le Google Apps e tutte le sue applicazioni.

Ultimamente Google ha introdotto le Google Apps Device Policy. Le nuove funzionalità permettono ad un Amministratore di Google Apps di gestire i dispositivi Android degli utenti finali aziendali. In particolare si possono decidere politiche di sicurezza come richiedere all'utente l'utilizzo di una password e definirne le caratteristiche o provvedere alla cancellazione di tutti i dati e al reset di un dispositivo rubato o perso.

A completare le opportunità arriva anche Google Apps Lookup: una applicazione per Android disponibile sono per i clienti Business ed Educational delle Google Apps che funziona come una rubrica telefonica e email directory per la tua azienda. Un modo semplice per trovare le informazioni dei propri contatti aziendali e per aggiungere persone alla tua lista dei contatti.

UPDATE - 1 maggio 2011

Google ha annunciato sul suo Mobile Blog una nuova funzionalità con l’aggiornamento del sistema operativo alla nuova versione 2.3.4 verrà introdotta la videochat, tramite Google Talk, della quale si potrà usufruire su reti 3G, 4G e WI-FI. Google Talk potrà essere utilizzato per le normali chiamate audio o per la sola chat, la quale potrà essere utilizzata ugualmente sul display senza dover lasciare la videochiamata in corso.

Quando il Cloud è Office 365 la licenza è d'obbligo.


Da qualche giorno Microsoft ha avviato un programma di beta pubblica per Office 365 o meglio della nuova proposta Cloud per la produttività individuale.

Doveroso precisare che Office 365 non è concepito per essere un sostituto, né il successore di Office 2010 in ambito aziendale: al contrario, per accedere a tutte le funzionalità della piattaforma è espressamente richiesto l’utilizzo della suite offline su Windows e/o OS X. Solo le funzioni di base sul web sono accessibili da tutti i sistemi e i browser.

Un modello di Cloud lontano dal 100% WEB e da economie di scala e di risparmio a vantaggio delle aziende.

La licenza c'è e si paga due volte... la prima sul desktop la seconda online. I costi sono diversificati per piani e quando sarà disponibile, Office 365 partirà da una sottoscrizione di 5,25€ al mese (63€ all'anno) per ogni utente per le piccole e medie imprese e da 22,75€ al mese (273€ all'anno) per il P3 consigliato per il mondo Enterprise.

Come tutti i servizi Cloud Office 365 ha un elenco dei requisiti per poter utilizzare i servizi che supera il browser ma richiede Sistema Operativo, Software di Sistema, Client Office... alcuni browser per il Portale Microsoft (Sharepoint online) e anche i browser ma solo per la posta elettronica.



3 milioni di utenti business oggi hanno affidato i propri dati a Google e Google da loro visibilità di quanto fa per garantirne la sicurezza.

Google ha pubblicato un post sul proprio sito nel quale presenta con un video e un webcast l'organizzazione dei data center.
Fino a qualche anno fa un video come questo era impensabile ma l'affermarsi del Cloud Computing richiede che i Cloud Solution Provider diano garanzie di trasparenza rispetto la localizzazione dei dati e soprattutto rispetto il livello di sicurezza che mettono in campo per garantire la disponibilità e l'accesso esclusivo da parte dei proprietari ai propri dati.
Questo è un percorso di avvicinamento iniziato lo scorso anno con la pubblicazione dellasecurity white paper, all'inizio di questo anno ha ospitato un security & privacy webcast e ieri ha condiviso un video in cui Google da evidenza che evidenzia:
  1. Sicurezza fisica
  2. Protezione dei dati
  3. Reliability of operations


Il post originale è disponibile a questo link: http://goo.gl/ZjEky ed è stato postato da Adam Swidler, Sr. Manager, Google Enterprise

domenica 17 aprile 2011

Quanto vale il ‘fattore internet’ nell’economia italiana?

Internet gioca un ruolo fondamentale per l'economia italiana.

Nel 2010, Internet ha contribuito al PIL italiano con 31,5 miliardi di euro, pari al 2%.

Questo dato più che raddoppierà entro il 2015. In uno scenario conservativo l'Internet economy rappresenterà 59 miliardi di euro, pari al 4,4% del PIL italiano, con un tasso di crescita annuo del 18%

Internet rappresenta un valore sotto molteplici aspetti: culturale, sociale, artistico. Ma non va dimenticato l’aspetto economico. Eppure, non è mai stato misurato il valore che Internet fornisce al nostro Paese in termini economici. Per questa ragione Google ha chiesto al Boston Consulting Group di realizzare uno studio che rispondesse a questa domanda e definisse gli effetti dell’Internet economy sull’economia italiana anche in chiave prospettica.

venerdì 8 aprile 2011

Quanti dati consumiamo annualmente nel mondo?

9,57 zettabyte > 1.180.591.620.000.000.000.000 byte > 10.522.326.300.000 gigabyte

È il risultato di una stima fatta dall'Università di San Diego con l'obiettivo di  quantificare almeno dal punto di vista accademico la mole di dati che ogni anno "va e viene" dai server pubblici di tutto il mondo, escludendo quindi dal conto quelli che girano tra server privati.

O meglio nel 2008 sono stati scambiati 9,57 zettabyte e pensando allo sviluppo di Social Network, servizi nel Cloud, la crescita dei dispositivi mobile credo che nel 2010 il numero avrà una consistenza ancora più grande. 

Quanto del tutto a ciascuno? La cifra sarebbe di 12GB al giorno e 3TB all'anno.

E i provider in Italia? Limitano il consumo di banda.

Fonte: Engadget.com

lunedì 4 aprile 2011

Il CIO europeo dell'anno e l'italiano Marcello Cordioli

Marcello Cordioli, CIO di Permasteelisa, è stato insignito da CIOnet del riconoscimento di "CIO europeo dell'anno" nella categoria Business Process Driven.
A renderlo noto è Google, visto che l'azienda di costruzioni di Vittorio Veneto è stata tra le prime in Italia ad adottare la soluzione cloud Google Apps, rendendola disponibile a oltre 3500 dipendenti di tutto il mondo già nel 2008.

Credo che questo sia un riferimento importante rispetto il principale vantaggio che offre oggi il Cloud e i SaaS
Nella motivazione al premio redatta da  INSEAD, si  sottolinea  l'eccellente abilità  di Marcello Cordioli nell'utilizzo dell'Information Technology  a supporto del business, sia all'interno dell'azienda - concorrendo alla creazione di una organizzazione più efficiente - sia all'esterno, abilitando tutti quei processi che favoriscono  la capacità di innovazione della propria organizzazione verso i clienti.

sabato 2 aprile 2011

Bitmat e il Cloud Illecito e Luca Bolognini


16 febbraio. 

Il cloud computing? Illecito


E' il titolo che fa il giro di tutti i gruppi che conosco è pubblicato da LineaEDP in uno dei suoi portali esattamente qui

L'articolo parla chiaro: "Il presidente dell'Istituto italiano per la privacy boccia senza appello gran parte del cloud in circolazione. E chiede nuove regole."

Un messaggio chiaro e inequivocabile.  Un giudizio espresso in tutta la sua forza nel titolo ma... 

2 aprile. 

Il cloud è illecito. Sì, però...

L'avvocato Luca Bolognini, presidente dell'Istituto italiano per la privacy torna sulla sua dichiarazione e precisa. "La nuvola è il futuro, ma la normativa è vecchia" 
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Gentile Dott. Ferro, l’articolo che lei linka nel suo pezzo riporta un titolo che io non ho condiviso, da subito, e che non corrisponde al senso delle mie parole espresse in occasione di un evento pubblico un mese fa.

Non sostengo e non ho mai sostenuto che il cloud sia illecito e perciò vada proibito/limitato: dissi e penso invece, ma questo purtroppo il titolista non lo colse (immagino involontariamente) allora, che ci troviamo di fronte a un sistema, il cloud computing, che è il futuro ed anzi il presente, e non può e non deve essere fermato ma anzi incoraggiato, ma che, paradossalmente, esso risulta illecito se confrontato con il paradigma normativo obsoleto.

Dunque, va cambiata al più presto la normativa, chiarendo alcuni dubbi ma prendendo atto del fatto che la “filiera cloud” si governerà con l’affidabilità degli operatori, con l’autoregolamentazione, con le certificazioni di qualità e con l’accountability applicata alla data protection.

Dunque, il mio era un intervento pro-cloud e contro la legislazione vecchia, che va aggiornata. A causa di quel titolo, non può neanche immaginare quante volte sto spiegando ciò.
Luca Bolognini

Pubblico la precisazione dell'avvocato Bolognini anche se non nascondo il mio stupore. Un altro articolo che aveva lo stesso titolo del mio è stato linkato nella newsletter dell'Istituto italiano per la privacy. 

Inoltre ribadisco che le testuali parole di Bolognini nel corso dell'Idc security conference sono state "gran parte del cloud computing in circolazione è illecito".  Infine nel mio articolo si dice "
Nel corso della tavola rotonda dedicata all’information security nell’era del cloud, Bolognini ha affermato che gran parte del cloud in circolazione è “illecito”. 

Bolognini non è ostile alla nuvola, la considera una tendenza inevitabile
, ma quello che c'è in giro, insiste, spesso non è conforme alla normativa europea e italiana".
Mi sembra tutto molto chiaro.

E' vero la normativa italiana sulla protezione dei dati trattati con strumenti digitali ha bisogno di essere rivista.

Ma il titolo giusto era: 
Il cloud è lecito.