venerdì 23 dicembre 2011

Parole chiave per capire il Cloud Computing: Multi-tenant

Tutti gli utenti/aziende fanno riferimento e utilizzano una sola istanza del software.

Esiste ed è disponibile una sola versione del software sempre aggiornata e unica.
Gli aggiornamenti e i miglioramenti non sono "triennali" o quinquennali ma immediati e disponibili per tutti.





Non tutto è  Cloud Computing.

Il primo ad arrivare e a ridefinire l'architettura del proprio software è stata Salesforce introducendo il concetto di Multi-Tenant.

Che significa?

L'hosting di applicazioni seppur basato su sistemi virtuali soffre dei limiti e dei vincoli di un approccio di prodotto rigido e complesso e difficilmente porta i vantaggi, in termini di economie di scala, di innovazione e di prezzo di una architettura multi-tenant.




My office in Turin?



http://www.exki.it/home.php?cont=98

Lusso?

Viaggiare in prima classe? .... Arrivare prima degli altri ;D

martedì 20 dicembre 2011

Google + for Business

Una interessante dichiarazione di Amit Singh (VP Enterprise - Google) ... 

This enterprise version of Google+ is already in use internally at Google, where it has been a hit, increasing productivity within teams and improving the way people collaborate, Singh said.

"Our next stage is to bring this [version of Google+] to the enterprise so Google Apps customers can start to use the capabilities alongside Google Apps to connect all the dots," he said.

lunedì 12 dicembre 2011

Minacce che suonano vuote!

Siamo sicuri che i cittadini hanno ancora bisogno di mediatori?

E-democracy, opendata

E Bonanni avverte: "Se si fa saltare la concertazione, si crea un grave danno al paese". "Se sarà un percorso di guerra nei prossimi mesi - aggiunge - voglio capire chi dovrà provvedere alla coesione sociale nel paese, a stringere le persone, quelle che lavorano, intorno a un paese che ha bisogno di essere sostenuto.

sabato 3 dicembre 2011

Un numero fisso su Skype. Non più. L'Italia delle liberalizzazione.

L'8 Novembre dal blog di Skype 

Numeri Online italiani: chiusura e rimborso ai clienti.

Liberalizzare il mercato per poi non permettere ad operatori di entrarvi per proteggere quelli locali ha senso?

Le aziende sono bloccate nell'innovare i propri processi e modelli organizzativi grazie a rendite di potere che nessun governo tecnico o politico ha intenzione nella sostanza e nella forma di eliminare.

Sarei contento di poter utilizzare il servizio di Google Voice per ricevere senza alcun problema ne limite le mie telefonate. Aiuterebbe a lavorare meglio e a non dipendere più dalla sede fisica in cui sono... ma giustamente chi paga poi l'abbonamento per avere un numero di telefono fisso?





giovedì 1 dicembre 2011

Presto riforma normativa privacy nell'UE.

Sicuramente la Germania negli ultimi mesi ha consolidato un approccio protezionista piuttosto che garantista ;D speriamo si aprano nuovi scenari politici. 

Viviane Reding, Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza, ed Ilse Aigner, Ministro tedesco per la difesa dei consumatori si sono incontrate a Bruxelles al fine di discutere la via da seguire per rafforzare le disposizioni comunitarie in materia di protezione dei dati personali, risalenti all’ormai lontano 1995.
La proposta di riforma, che potrebbe essere presentata dalla Commissione europea, già entro la fine di gennaio 2012, avrà un impatto profondo sulle modalità con cui gli aspetti legati alla privacy vengono trattati nell'Unione Europea così come oltre i suoi confini.

Obiettivo della revisione della normativa è quello di modernizzarla e rafforzarla, anche rispetto all’avanzamento della tecnologia, per far si che, in ambito europeo, la tutela della privacy dei cittadini comunitari, indipendentemente dal Paese in cui questi vivono ed a prescindere dallo Stato in cui sono stabilite le aziende che trattano i loro dati personali, sia conforme al diritto comunitario e che questo sia applicato uniformemente. Ciò anche se il “titolare” ha sede in un Paese terzo ed anche se i dati sono memorizzati tramite un sistema di “cloud computing”.

Il Commissario UE ha ribadito che le aziende che offrono servizi ai consumatori europei dovrebbero essere soggette alle direttive comunitarie in materia di protezione dei dati. In caso contrario non dovrebbero essere in grado di fare affari sul nostro mercato interno e ciò, ha aggiunto la Reding, vale anche per i social network con utenti nella UE. 

Aspettiamo e stiamo a vedere se la nuova normativa garantirà il cittadino o gli interessi di gruppi di potere.

venerdì 25 novembre 2011

Google Spreadsheet Gadget

Un gadget utile per pianificare attività in maniera condivisa e avere un visione comune.


Il Gadget è realizzato da viewpath e si può pubblicare nei site, spreadsheets e nella startpage. ;D


Come utilizzarlo? 


1 Vai in Google Docs
2 Crea un nuovo spreadsheets oppure aprine uno già esistente.
3 Clicca sul menù Inserisci, scegli Gadget
4 Clicca su Personalizzato e incolla la seguente URL http://www.viewpath.net/Website/Modules/Gantt.aspx?nocache 


giovedì 24 novembre 2011

Armati, addestrati e militarizzati gli IT manager difendono il loro perimetro... ma il Cloud

Qualche tempo fa su una testata di giornale leggevo un titolo che risuona nella mia mente forte dopo una piacevole telefonata scambiata ieri con una persona che stimo molto.

Armati, addestrati e militarizzati ecco chi sono i nuovi black bloc.

Forse anche l'IT ha i suoi nuovi black bloc... e che black bloc voglia essere una espressione forte e provocatoria non ho dubbi.

Ormai ogni settimana ci troviamo a dialogare con aziende interessate a capire e ad approfondire di come il Cloud Computing possa supportare il business ed è nel'IT e nel suo Generale che incontriamo le resistenze maggiori.

Ed ecco lo scenario: il "mio" IT è una zona militarizzata, inaccessibile sicura, ho in dotazione n server e n  tecnici che rappresentano la "mia" forza, il "mio" budget. E poi noi abbiamo già il Cloud abbiamo virtualizzato tutte le nostre dotazioni per essere pronti a dare forza alla nostra azione di persuasione e ridurre i costi del "carburante". Il desktop dei nostri utenti lo abbiamo virtualizzato così forse possiamo limitare l'utilizzo delle pennette USB e ridurre i rischi di infiltrazioni (virus) e di fuga di notizie (copia dei file) e controllare anche direttamente il client.

C'è proprio bisogno di un cambio di paradigma... di scompaginare la stagnazione.

Il Cloud è abilitante e un driver di cambiamento. Non è una nuova tecnologia ho la motivazione per cui approvare l'ennesimo tecnicismo (la virtualizzazione) che "promette" di migliorare le performance dell'IT in termini di servizi.

Il Cloud mette a disposizione delle aziende servizi che a parità di perimetro rappresenterebbero per il contesto delle Piccole e Medie aziende italiane un investimento insostenibile e per le Grandi un investimento che se sostenibile nella prima fase ingestibile in termini di turn-over di innovazione nel medio lungo periodo.

Gli utenti finali? I creatori di valore per il Business? 

Nell'IT militarizzato rappresentano l'anello debole della catena della sicurezza. Persone che non capiscono i sistemi che non comprendono quanto facciamo per mantenere il dato in sicurezza. 

Il driver è il valore. Il valore è diverso per ogni azienda, Ente o singolo professionista. 

L'IT nel Cloud non è più un problema di natura militare... il manuale non "L'Arte della guerra (Sun Tzu) ma un approccio culturale condiviso e un ruolo dell'IT di servizio alla catena del valore. E' riconoscere all'IT e alle tecnologie un ruolo funzionale, strumentale al raggiungimento del fine ultimo generare valore.

Ha senso oggi in un modo interconnesso e di mobile workers essere una azienda "sicura" non permettendo l'accesso veloce alla mail e ai propri documenti in mobilità? E' giustificabile accettare che per ricercare una informazione un contact center debba impiegare qualche minuto? 

Il cambio di mentalità non è banale e la resistenza è la migliore arma di chi ha pensato e pensa i sistemi come un fortino dove il garante della sicurezza è un omino distante anni luce dalla prima linea quella del valore...

Bisogna cambiare punto di vista.

E' il CEO il driver dei processi di innovazione del prossimo ciclo di IT. E' la persona che ha chiara la linea di valore su cui si muovono gli obiettivi dell'azienda ed ha la capacità di guardare all'IT più da lontano, capire quali servizi offerti dal Cloud gli offrono un livello accettabile di sicurezza e possono avere chiaro l'impatto che avranno sull’organizzazione.

Una cosa decisamente diversa dal gestire un nuovo server nel data center.

Primo consiglio pratico. 

Se nella vostra azienda esiste ancora l'IT Manager rinominatelo e chiamatelo CIO oppure create un nuovo ruolo per mediare tra voi (il business/il valore) e la tecnologia.

Un CIO può essere un manager di formazione non strettamente tecnica... 

Chiedete sempre se ha chiaro che il business è il motore e che il suo budget è finalizzato a migliorare la dotazione di strumenti con cui la linea che genera valore e produce profitto.

Il suo obiettivo principale? Rendere maggiormente efficace il processo di produzione del valore.
La sicurezza una necessità ma non il vincolo per chi genera valore.

In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria.


Bisogna cambiare punto di vista. Il Cloud è un approccio orientato al business dell'IT non è una nuova tecnologia.

Secondo consiglio pratico.

Dubitate di chi vi presenta il cloud come un problema tecnologico o come la virtualizzazione... forse non ha la capacita di cambiare punto di vista e sta cercando di "piegare" un modello innovativo di approccio all'IT alle vecchie regole dell'Arte della Guerra.

La potenza di fuoco determina la grandezza di una Nazione. 


mercoledì 23 novembre 2011

Cloud, Mobile e Social

Anche quest'anno si è celebrato Atmosphere il momento più importante di incontro tra Google Enterprise e il mondo delle Aziende.

Su YouTube sono stati pubblicati tutti i video.


http://www.youtube.com/watch?v=Y8FbCeo-Mjo&feature=list_related&playnext=1&list=SPEFC428945EE7DCE9

Amit Singh - Thanks for your english is user friendly - nel suo intervento "A View from the Cloud" ha introdotto le tre linee principali di innovazione in cui le Google Apps e più in generale le tecnologie di Google Enterprise possono supportare la progettualità dei CIO.

Cloud, Mobile e Social. Applicazioni veloci e leggere che permettono di rendere più facile lavorare insieme agli altri da qualsiasi luogo. E l'impegno di Google e le aree guida di investimento per il 2012 conclude Amit sul Blog di Google Enterprise.

Le Google Apps rappresentano il nuovo spazio in cui ricercare un percorso per innovare i propri processi e la propria capacità di creare valore.

Il prossimo anno si prospetta impegnativo ;D dare un nuovo desktop ai knowledge worker per creare nuovo valore.



Studenti e insegnanti. Giovani e anziani. Il Digital divide generazionale.

Sfogliando le news sul The Guardian mi ha colpito  una breve ricerca nella quale venivano intervistati professori ed esperti del settore con l'obiettivo di capire se gli studenti conoscono meglio l’informatica e la tecnologia dei propri insegnanti. 

5 interviste ad altrettante figure del mondo dalla cultura, dell’istruzione o del mercato. 

Come sempre la questione è irrisolta. 

Insegnare l'uso di Word alle scuole superiori forse è anacronistico ma oggi è la normalità in buona parte degli istituti... sarebbe più utile insegnare l'informatica a partire da 0 e 1... il problema dell’informatica è l’incapacità d’innovare i corsi previsti dalla scuola dell’obbligo.

sabato 19 novembre 2011

Google Apps for Education un appunto e a presto notizie nuove.

The free cloud-based email, storage and collaboration service competes with Google Apps for Education, which says more than 60 of the top 100 schools are using its service. A Google spokesman notes that 15 million students, faculty and staff using Google Apps for Education.

Ice Cream su Galaxy S II ---> Benvenuto!

Ice Cream Sandwich coming to Galaxy S II, Samsung UK confirms originally appeared on Engadget on Thu, 17 Nov 2011 05:09:00 EDT. Please see our terms for use of feeds.

Gmail torna nell'Apple Store e questa volte funziona.




L’annuncio sul blog di Google Mobile: l’app di Gmail è di nuovo tra noi.

Dell’app Google ci aveva raccontato giorni fa in occasione del lancio. Ecco cosa consente di fare l’app di Gmail:
  • Ricevere badge di notifica per i nuovi messaggi
  • Leggere i messaggi email raggruppati per conversazioni
  • Organizzare la posta utilizzando le funzioni di archiviazione, etichettatura, impostazione come Speciali, eliminazione e segnalazione di spam
  • Monitorare i messaggi importanti grazie alla Posta prioritaria
  • Utilizzare il completamento automatico dei nomi dei contatti durante la digitazione
  • Inviare e ricevere allegati
  • Eseguire ricerche in tutti i messaggi email.

iPhone + Android = 66,3% del mercato Enterprise.


iPass (azienda leader nella fornitura di servizi mobile enterprise) ha dimostrato che il numero di utenti che utilizzano iPhone ha superato nel 2011 quello di utilizzatori di BlackBerry, da sempre leader nel settore business.
Lo smartphone di Apple detiene una percentuale di tutto rispetto: 45% (+24% rispetto al 2010) mentre Rim non ha visto una forte diminuzione mantenendosi sul 32%.

Il 95% dei professionisti possiede uno smartphone (+10% rispetto all’anno scorso) e lo utilizza per lavorare (91%, +22%) il che spiega come l’iPhone e i telefoni con Android abbiano guadagnato così tanti punti percentuali: l’utenza ora cerca uno strumento “che metta ordine” sia nel lavoro, sia nella vita privata, portando anche ad avere più dispositivi su diverse piattaforme.

Lo studio completo è disponibile in formato .pdf sul sito di iPass.

studio smartphone ipass

More flexible mobile device management with Google Apps


MONDAY, NOVEMBER 14, 2011


These days it’s commonplace for employees to bring personal mobile devices to work, expecting to get all kinds of business done on-the-go, and this can be both a blessing and a challenge to IT managers. The importance of keeping mobile devices and data secure is as essential as ever.... 

Link: 

http://googleenterprise.blogspot.com/2011/11/more-flexible-mobile-device-management.html?utm_source=entblog&utm_medium=blog&utm_campaign=Feed%3A+OfficialGoogleEnterpriseBlog+%28Official+Google+Enterprise+Blog%29

venerdì 18 novembre 2011

In Italia è pirata un software su due

IL REPORT...

Secondo stime Idc presentate da Microsoft, la riduzione del 10% dell'utilizzo di programmi illegali consentirebbe la creazione di 7.500 posti di lavoro, un miliardo di entrate in più per il Fisco e un aumento del giro d'affari per 4 miliardi

Microsoft ha presentato oggi il primo studio per esaminare l'impatto economico dell'utilizzo di software illegale e le conseguenze per la concorrenza nelle economie in via di sviluppo. Lo studio, condotto in occasione della prima edizione di Play Fair Day, un'iniziativa globale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del software legittimo, evidenzia il danno che l’utilizzo di software illegale provoca alle aziende che scelgono di avere un comportamento “fair”.

L'ESPERIENZA ...

Salve siamo un Comune abbiamo 500 account di posta elettronica di cui solo 250 licenziati - ma il fornitore lo sa - se passiamo ad un modello As A Service dobbiamo pagare le subscription per tutti gli utenti?

LA CONCLUSIONE

Se non ci fosse la pirateria molto del software installato e utilizzato che oggi garantisce una rendita di posizione a molte aziende on avrebbe la stessa diffusione... 

venerdì 11 novembre 2011

Privacy reale e privacy percepita.

Qualche giorno fa leggevo sul blog di un collega la sua diffidenza nell'utilizzare il servizio di posta elettronica di Google (@gmail.com) e suggeriva a ONG e altri di non utilizzarlo.
Consultando la sua pagina facebook in ogni momento posso sapere dove è e indicativamente cosa fa?
Ripubblico questa infografica pubblicata da Veracode e disponibile a questo link: http://www.veracode.com/resources/facebook-google-privacy-security.
Interessante non trovate?

google facebook privacy security
Infographic by Veracode Application Security

(only for Gmail users - for Google APPS for Business read Safe Harbour ACT ;) EUROPA - Press Releases - Stronger data protection rules at EU level: EU-Justice Commissioner Viviane Reding and German Consumer Protection Minister Ilse Aigner join forces

EUROPA - Press Releases - Stronger data protection rules at EU level: EU-Justice Commissioner Viviane Reding and German Consumer Protection Minister Ilse Aigner join forces: EUROPA - Press Releases - Stronger data protection rules at EU level: EU-Justice Commissioner Viviane Reding and German Consumer Protection Minister Ilse Aigner join forces

G20 - Cultural Differences



Cultural Differences Noticed at the G20 meeting in Toronto ...
The Canadian: Self-absorbed and disconnected from reality.
The American: Businesslike, unwilling to be distracted.
The French and the Italian: "LOOK AT THAT ASS!"

giovedì 3 novembre 2011

My Infographic Resume

My Infographic Resume: Check out my infographic resume created via Vizualize.me. Create yours with one click.

mercoledì 2 novembre 2011

Google Apps Developer Blog: 4 ways to do Mail Merge using Google Apps Script

Google Apps Developer Blog: 4 ways to do Mail Merge using Google Apps Script: Editor’s Note: This blog post is co-authored by James, Steve and Romain who are Google Apps Script top contributors. -- Ryan Boyd The Goog...

Google integra Google+ nelle Google Apps for Business per la collaborazione

Il servizio di social networking Google+ entra in Google Apps per supportare le aziende nello sviluppo di un contesto di collaborazione e di Enterprise 2.0.
La news sul blog Google Enterprise : le organizzazioni che utilizzano le Google Apps potranno inserire anche Google+ all’interno della suite applicativa. Gli account utente Google Apps saranno messi in grado anche di limitare la condivisione con le persone appartenenti alla loro stessa organizzazione, ma i clienti che abiliteranno sia la versione for Business che quella gratuita di Google Apps la renderanno automaticamente disponibile a tutti gli utenti.
Una delle funzionalità che maggiormente avrà un impatto è Hangout con la quale sarà possibile organizzare meeting aziendali tra più collaboratori e uffici direttamente nel web condividendo documenti lavagna e note per il report.
Una estensione delle funzioni di Videochat già esistenti che rendono l’esperienza di collaborazione accessibile e semplice.

Ready to Go Mobile?

gomo-main-logo

martedì 1 novembre 2011

GMail si aggiorna la faccia e diventa sempre più social.

Nei blog di Google e sui principali referral sono presenti ormai le immagini della nuova interfaccia grafica di Google Mail.
Graficamente l'interfaccia di GMail  la conoscevamo lo spazio bianco aumenta e la ricerca migliora ulteriormente. 
L'elemento sociale e collaborativo entra nelle conversazioni l'integrazione con Google+ - disponibile anche per gli utenti professionali di Google Apps for business - comincia a trasformare i servizi di Google uno strumento reale per l'enterprise 2.0. Un desktop avanzato per gli utenti di qualsiasi azienda.
Le Google Apps sempre più si qualificheranno come un cardine per lo sviluppo di una Cloud Ibrida in cui ambienti e applicazioni on-premise si uniscono con la necessità di accedere in ogni momento e in ogni luogo indipendentemente dal device alle informazioni profilate utili al mio lavoro.
Dimenticavo per chi continua a vedere nelle Google Apps solo come un servizio di posta elettronica e non il nuovo desktop per i propri utenti aziendali contact me.

giovedì 20 ottobre 2011

Posta Elettronica Certificata e Google Apps.

Dal prossimo 29 novembre l'utilizzo della Posta Elettronica Certificata per tutte le aziende diventerà, per obbligo di legge necessaria.

Come fare per poter lavorare senza dover gestire più account separati e condividere con gli altri i contenuti delle mail certificate?

La risposta in un tool di terze parti disponibile gratuitamente fino a fine anno.


Maggiori informazioni le trovate al seguente link:  http://goo.gl/EgXuu

Google Italy Blog | Ice Cream Sandwich arriva su Galaxy Nexus

Google Italy Blog: Ice Cream Sandwich arriva su Galaxy Nexus: Non molto tempo fa l'idea di condividere un'immagine con un solo tocco o di sbloccare un dispositivo con un sorriso era confinata ai film di fantascienza. Oggi è possibile fare entrambe le cose e con un dispositivo che sta nel palmo di una mano. Poche ora fa, a Hong Kong, abbiamo presentato insieme a Samsung il Galaxy Nexus, il primo telefono con sistema operativo Android 4.0, noto anche come Ice Cream Sandwich.

Il Galaxy Nexus è dotato di uno schermo ricurvo da 4,65” ad alta definizione (720p) e di un veloce processore dual core da 1,2 GHz con connettività 4G LTE o HSPA+, il tutto integrato in un design supersottile. Inoltre Galaxy Nexus utilizza l'ultimo aggiornamento: Ice Cream Sandwich, realizzato per rendere Android ancora più semplice e bello e rendere uno smartphone più che smart.

Bellezza e semplicità
Con Ice Cream Sandwich abbiamo voluto realizzare una piattaforma mobile che funzionasse sia sui telefoni, sia su tablet e rendere Android ancora più accattivante e intuitivo. Abbiamo creato un sistema ottimizzato per display HD e introdotto pulsanti software, migliorato notevolmente la tastiera, reso il sistema di notifica ancora più interattivo e realizzato widget personalizzabili per dimensione.
Il browser è ancora più veloce, offre un design completamente rinnovato e consente di sincronizzare i segnalibri con Google Chrome.
Ice Cream Sandwich offre oggi la miglior esperienza d'uso mobile di Gmail, grazie ad un inedito design che agevola l'accesso alla posta elettronica, anche in modalità offline. Anche il Calendario é stato ridisegnato all'insegna della semplice e consente ora di accedere alle attività programmate con un semplice tocco.

Il modello economico del Software come servizio decolla negli Stati Uniti: la leva principale il TCO.

Il giro d'affari stimato da Gartner per l'anno in corso è di 12,1 miliardi di dollari. Il Nord America mantiene la leadership con il 63,3% di marketshare. Taglio dei costi e avvento del cloud alla base dell'impennata. In forte crescita la comunità degli sviluppatori.

E’ crescita a due cifre per il mercato mondiale del SaaS: nel 2011 le revenues raggiungeranno quota 12,1 miliardi di dollari, con un incremento del 20,7% rispetto ai 10 miliardi del 2010, stando alle ultime previsioni di Gartner. Il Nord America rappresenterà il 63,6% delle entrate complessive quest’anno, mentre a fine 2015 lo share del Nord America scenderà al 60,8% delle revenues globali del mercato SaaS.
 
"La maggiore familiarità con questo modello, la ricerca continua di risparmi sui budget dell’It, la crescita delle comunità di sviluppatori platform as a service (PaaS) e l’interesse verso il cloud computing sono i fattori che trainano l’adozione”, spiega Sharon Mertz, research director di Gartner. "Ma i motivi che spingono le aziende a scegliere il SaaS variano da regione a regione: in Europa, Medio Oriente e Africa (Emea), il primo elemento è il total cost of ownership (Tco), mentre la facilità e velocità dell’implementazione è la prima spinta in Asia/Pacifico e Nord America."

Allo stesso modo variano i principali ostacoli alla piena adozione del SaaS nelle diverse regioni. Per l’Emea è la scarsa flessibilità e personalizzazione, mentre per le aziende di Nord America e Asia/Pacifico il primo problema è la limitata integrazione con i sistemi esistenti.

Il Nord America e in particolare gli Stati Uniti rappresentano la maggiore opportunità per il SaaS, secondo Gartner, ed è il più maturo dei vari mercati regionali. Le revenues del SaaS in Nord America arriveranno a 7,7 miliardi di dollari nel 2011, una crescita del 18,7% rispetto al 2010, e saliranno a 12,9 miliardi nel 2015.

"Come nelle altre regioni, il Crm mostra il più alto utilizzo del SaaS in Nord America, mentre l’uso del web conferencing, dell’e-learning e del travel booking qui è più alto che nelle altre regioni”, fa notare la Mertz.

L’Europa però ha tassi di crescita anche maggiori di Usa e Canada. In Europa occidentale, le entrate del SaaS arriveranno a 2,7 miliardi quest’anno, un aumento del 23,3% rispetto al 2010, per salire a 4,8 miliardi nel 2015. Ancora più robusta la crescita in Europa dell’Est, con revenues di 131,4 milioni di dollari nel 2011, +29,8% rispetto all’anno scorso. Saliranno a 270,1 milioni nel 2015.

"L’adozione del SaaS riguarda soprattutto l’Europa del Nord, ovvero Uk, Irlanda, Paesi Bassi e Scandinavia”, continua la Mertz. "Questo è dovuto alla mentalità aperta alle novità tecnologiche e alla presenza di una buona infrastruttura Internet, oltre al fatto che l’inglese è la lingua principale per fare affari. Ciò rende anche più facile per i vendor nord-americani espandersi in quest’area e per i vendor locali operare in tutti i Paesi nord-europei".

Solida la crescita anche in Asia/Pacifico: quest’anno le revenues del SaaS arriveranno a 768,3 milioni di dollari, con un incremento del 27,7% sul 2010; per fine 2015 il SaaS varrà 1,7 miliardi di dollari in questa regione. L’adozione è guidata dai mercati più maturi, ovvero Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong, Singapore e Corea del Sud.

Il Giappone viene analizzato separatamente da Gartner: le entrate del SaaS arriveranno a 379 milioni di dollari nel 2011 (+20,2% rispetto al 2010) e a 629,1 milioni a fine 2015. Ancora “embrionale” il mercato dell’America Latina, dove le revenues saranno di 328,4 milioni nel 2011 (+23,5%), ma pronto a crescere perché molti Cio già comprendono l’importanza strategica delle soluzioni SaaS: Gartner prevede che il giro d’affari salirà a 694,2 milioni nel 2015.

Google Apps Coming To Google+ ‘Within Days’; Company Taking A ‘Cautious Approach’ To APIs | TechCrunch

Se Google+ entrasse in Google Apps? Abbiamo un boost tecnologico all'Engagement delle cerchie dei portatori di interesse rispetto la nostra azienda (clienti, finanziatori, dipendenti, collaboratori, ...)


Early adopter tenetivi pronti perchè? A detta di Larry e di Vic non dobbiamo aspettare molto.

Google Apps Coming To Google+ ‘Within Days’; Company Taking A ‘Cautious Approach’ To APIs | TechCrunch:

'via Blog this'

sabato 8 ottobre 2011

giovedì 29 settembre 2011

Il concorrente di Google è...... Google. Parola di Larry.

Larry chi? Larry Page.
Zeitgeist Partner Forum.

"Uno dei maggiori ostacoli per l'evoluzione di Google... le sue dimensioni (finanziarie e strutturali) raggiunte nel corso degli anni"... "Non esistono aziende di successo in cui le decisioni vengono prese lentamente"....

Uno dei maggiori ostacoli alla crescita diventa la struttura ma senza struttura non si è in grado di crescere.

La soluzione?

Engagement. Partire dalle persone, ingaggiarle.


domenica 25 settembre 2011

Google Drive


L'immagine catturata dal partecipante ad evento organizzato da Google sembra anticipare l'arrivo del Google Drive. Ma cosa dovrebbe offrire di più di quello che oggi mette a disposizione Google Docs? 

Spazio disco illimitato (il primo GB è gratuito) per qualsiasi tipo di file.

Molti si aspettano un prodotto simile a Dropbox, un software da installare sul proprio computer che permetta la sincronizzazione dei file... sicuramente una aspettativa in controtendenza con quanto Google ha fatto negli ultimi anni... togliere tutte le informazioni dai device e ospitarle nel web.


mercoledì 7 settembre 2011

Official Google Enterprise Blog: The evolution of enterprise software

Official Google Enterprise Blog: The evolution of enterprise software: Posted by Amit Singh, Vice President, Google Enterprise

Yesterday our chairman Eric Schmidt took the stage at Dreamforce with Salesforce...

mercoledì 3 agosto 2011

Meglio tardi che mai. Due anni e mezzo dopo gli US ecco Google Voice in Italia


Google ha annunciato la possibilità di utilizzare Google Voice per effettuare telefonate a numeri fissi e di cellulare direttamente all'interno di Google Mail.

Telefonare da e verso l’Italia costa 0,11€ al minuto per i cellulari (esclusi i numeri di H3G a 0,14€) e  0,02€ per i fissi. 


Ovviamente per chiamare bisogna essere connessi ad internet.

Telefonare a Stati Uniti e Canada  costerà soltanto 0,01€ al minuto sia sui cellulari sia sui fissi: il servizio, in questi Paesi, sarà gratuito per tutto il 2011.

mercoledì 20 luglio 2011

Google hangouts utile al business? Dell lo chiede sul suo account Google+

Google Hangout può essere utile per il mio Business.
Chiedetelo a Michael Dell perchè? 
Sta considerando di utilizzarlo per il customer service e non solo.... 


Una versione business-friendly del neonato social network di Google è attualmente in fase di sviluppo. 

 Google+ basta cercare The Google+ Project e si trova il profilo di Christian Oestlien uno sviluppatore del progetto. 

Leggendo i suoi post emerge in modo chiaro che anche Google Apps avrà una componente social qualcosa di simili a Google+ ma come lui stesso dice “sappiamo che il nostro prodotto nella sua forma attuale non è la soluzione ottimale alle loro esigenze”.

Il profilo di una azienda non è quello di una persona e soprattutto le finalità con cui una azienda utilizza un sistema social sono diverse da quelle che ha Google+. 

Quando beh mi sembra chiaro: “Attualmente siamo molto concentrati sull’ottimizzazione dell’esperienza d’uso per gli utenti finali”, ha detto. “Ma abbiamo una grande squadra di ingegneri al lavoro su un’esperienza di Google+ studiata per usi commerciali. Siamo molto entusiasti del lavoro fatto e speriamo di presentarlo verso la fine dell’anno”.

Waiting...

martedì 5 luglio 2011

Circles, Sparks, Hangouts, Instant Upload, Huddle ecco Google+

Google ha lanciato Google+ un progetto di social sharing con pari valore di  Gmail, Chrome, Android e Search.

Forte dell'esperienza di Buzz e Wave questa volta BigG non si limiterà alla condivisione di messaggi di status e foto con gli amici. Google+ ha l'ambizioso obiettivo di cambiare il modo di comunicare e di condividere le informazioni.

Cosa troviamo in Google+:

Circles permette di realizzare gruppi di amici con i quali condividere commenti, immagini, video. Per entrare nel Circolo basta una mail e non è necessario essere utenti di Google+.

Sparks un servizio news che ci invia automaticamente video, aggiornamenti dai blog e siti sugli argomenti preferiti.

Hangouts è uno spazio di incontro e condivisione, di chat e videochat, che permette di contattare fino a 10 persone.

Instant Upload consente di inviare in maniera automatica dal nostro cellulare foto e video al nostro album online condiviso con il circolo di amici.

Huddle permette di creare piccoli gruppi di persone ai quali è possibile inviare lo stesso messaggio sms.

Google Hangouts ovvero la videochat multiutente via web

Google+ porta con se una novità interessante e attesa da chi utilizza Google Talk per comunicare con gli amici si chiama: Google Hangouts.

Google Hangouts è una videochat, che può essere organizzata con più utenti contemporaneamente, in maniera privata o pubblica che permette di invitare singoli utenti della propria rete sociale o un intero Circle.



Per attivare Hangout basta premere il pulsante verde sulla destra in Google+ regolare webcam e microfono e iniziare ad inviare i primi inviti diversamente si può creare un Hangout completamente pubblico.

L'approccio di Google all'innovazione del mondo Enterprise passa sempre per quello consumer a breve avremo in Google Apps un servizio di comunicazione video per più utenti.

domenica 3 luglio 2011

Amazon, Facebook, Google, Apple, Microsoft: modelli organizzativi a confronto




La vignetta realizzata da Bonkers World evidenzia proprio l’aspetto dei diagrammi organizzativi delle principali aziende tecnologiche: i reparti Microsoft in guerra, Oracle con un numero di avvocati superiore a quello dei tecnici, e per l’appunto Apple gravitante intorno a un unico punto rosso.

Via | Businessinsider.com

D9 e Eric Schmidt

Schimdt è stato intervistato da Kara Swisher e Walt Mossberg durante il D9 e le considerazioni, rivelazioni, anticipazioni sono state riassunte in 10 punti:


La “Gang Of Four”

La banda dei quattro ovvero Amazon, Apple, Google e Facebook, le quattro compagnie più influenti e  con le piattoforme più grosse. Il predominio di questi quattro protagonisti è al momento assoluto, tanto da rendere le barriere all'entrata di altri soggetti difficilmente superabili. Ognuno di questi ha una carattestica particolare per Schmidt: Amazon è il re degli acquisti online, Apple vende “prodotti bellissimi”, Google vince nel campo dell’informazione e Facebook è imbattibile per quanto riguarda l’identità online e le amicizie. 
E Microsoft? Schimdt riconosce che sia un innegabile colosso, ritiene che non sia rivoluzionario per quanto riguarda l’offerta di prodotti e servizi al consumatore, nonostante sia forte nell’ambito dell’impresa da anni e anni.

Mappe e ricerche: rinnovati gli accordi con Apple

Gli  utenti Mac e iOS sanno che Google è il motore di ricerca di defaul per i prodotti Apple. L’accordo è stato rinnovato, continua e include anche il servizio Google Maps. Schmidt ha sottolineato che Google ha “una collaborazione sul fronte della ricerca davvero ottima”.

Google otterrà i dati social in altro modo

Google è interessata ai dati social per integrarle nel proprio motore di ricerca. Schmidt lo conferma: la compagnia vorrebbe ottenerli da Facebook, ma anche da altre fonti. La strategia non è quella di acquisire le compagnie social, ma di ottenere i dati in modo pacifico.

Il ruolo di Schmidt stesso nella compagnia

Schmidt non è più il CEO di Google, ma è stato sostituito ad Aprile da Larry Page. Il nuovo ruolo di Schmidt è più focalizzato verso i rapporti con l’esterno e gli accordi, mentre Page si occuperà più da vicino dei prodotti. In realtà Schmidt si è sempre occupato dei rapporti esterni di Google, ma ora ci si dedicherà al 100%.

Android non è un pericolo per la privacy

Steve jobs, CEO Apple, aveva dichiarato che il sistema operativo mobile Android è una sorta di “sonda nel taschino” che metterebbe in pericolo la privacy degli utenti. Schmidt risponde a questa accusa assicurando che Google non “risucchia” nessuna informazione da riutilizzare nel motore di ricerca, ma utilizza solo informazioni anonime sul funzionamento dell’OS. Nessun dato viene riutilizzato a scopo di lucro nel motore di ricerca della compagnia. In realtà, abilitando la geolocalizzazione, Google fornisce delle ricerche localizzate per l’utente.

In Google fino a che morte non li separi

Schmidt è felice in Google e non ha nessuna intenzione di lasciare la compagnia per il momento, ma quasi certamente non ci penserà neanche in futuro.

Il riconoscimento facciale

L’unico prodotto che Google desidera trattenere, nonostante lo sviluppo sia ormai terminato e pronto al lancio, è il riconoscimento facciale. Si tratta di una tecnologia i cui possibili utilizzi preoccupano Google e la prima ad essere trattenuta.

Il peggior fallimento come CEO è stato quello in campo social

Il Web è un grande social network ormai e Schmidt lo sa bene, poichè crede di aver fallito in questo campo. Google avrebbe dovuto fare ciò che ha fatto Facebook, eliminando ogni ambiguità sull’identità dell’utente in Internet. Schmidt ci ha lavorato per anni, senza mai arrivare a nulla di concreto, essendo troppo occupato nel ruolo di CEO.

La personalizzazione non rovina la ricerca

La personalizzazione anche a livello di motore di ricerca genera un modo in cui ognuno vede solo ciò che vuole? Questa è la domanda che Eli Pariser pone nel libro “The Filter Bubble”, ma Schmidt dissente. Le differenze apportate dalla personalizzazione sono troppo piccole e non agiscono sul ranking più di tanto.

Risposte dirette: Google battuto da Bing

L’intervista a Schmidt prende una piega interessante quando Walt Mossberg, uno dei guru del settore tech, gli fa notare che a suo parere i risultati di Google sembrano sempre più inquinati nonostante il reset dell’algoritmo dello scorso Febbraio. Schmidt ha rivelato che il reset il realtà ha avuto impatto sul 12% dei risultati e che vengono introdotti ogni trimestre centinaia di miglioramenti non annunciati ufficialmente. Google lavora sempre di più per fornire risposte dirette e meno link ad informazioni, ma prendendo spesso queste risposte da siti web, rischia di cannibalizzarne il traffico. Bing riesce a destreggiarsi meglio con le risposte dirette, almeno secondo Mossberg, ma Schmidt ritiene si tratti di casi specifici e particolari.

[Via SearchEngineLand]

martedì 28 giugno 2011

Google Cloud Connect continua ad aggiornarsi.

Il processo di sviluppo e di rilascio di nuove funzioni in Google Apps è continuo. Questa settimana ci sono diversi aggiornamenti alle applicazioni online, applicazioni mobili e agli strumenti di interoperabilità con il mondo Office di Microsoft.

Google Cloud Connect continua ad essere aggiornato rappresenta una ottima soluzione per gli utenti Office che vogliono sfrutturare il motore di collaborazione di Google Docs per interagire e collaborare.

Per scaricare Google Cloud Connect per Microsoft Office

lunedì 27 giugno 2011

Office 365 e BPOS ancora fuori servizio (Il cloud quello vero è un altra cosa)


Continuano i tentativi di Microsoft di mettersi in gioco sul Cloud ma i problemi non mancano.

Dopo il crash della Business Productivity Online Suite nell’America del Nord, sperano che Office 365 sia un’alternativa più affidabile per i propri clienti visto che ormai è imminente.

Il lancio è infatti previsto per il 28 Giugno.
Prima utenti in Nord America poi a Londra hanno riportato problemi per oltre tre ore nel tentativo di loggarsi in Exchange Online e SharePoint Online. Microsoft si è messa all’opera per risolvere il problema, che sembrava causato da un errore della rete hardware,

BPOS già il mese scorso ha avuto problemi e gli utenti si erano scatenati sui forum timorosi che la transizione al nuovo servizio Office 365.

Rajen Sheth, leader delle Google Apps, ha spiegato la propria teoria a riguardo: Microsoft ha solo parlato di servizi cloud negli ultimi anni, ma la maggior parte degli utenti ha utilizzato invece gli hosted server.
Anche il costo dei servizi Cloud di Microsoft non sembra cogliere il vantaggio di economie di scala e di industrialiazzazione dei servizi (6 volte il costo della Soluzione di Google). 

Il marketing non sempre crea reputazione. E il Cloud è un banco di prova difficile dove la reputazione di un servizio si può perdere in pochi minuti.



Microsoft BPOS Hit with Another Cloud E-Mail Outage

It looks like Microsoft BPOS isn’t going to go quietly into that dark night. Less than a week before the offering is officially rendered obsolescent by the launch of the Microsoft Office 365 cloud suite, BPOS users started experiencing issues when sending and receiving e-mails. The outage only lasted about three hours, but it left users frustrated  — whatever glitch hit Microsoft’s cloud also took down the BPOS Service Health Dashboard.
ZDNet’s Mary Jo Foley has the blow-by-blow of the outage. But the upshot is users in North America started experiencing the issue around 11 a.m. Eastern time, and Microsoft Online Services went public with it about an hour later on its Twitter feed. While this was occurring, some users couldn’t so much as get into the Outlook Web App, and BPOS support wasn’t much help since users couldn’t even generate a trouble ticket.
Judging from the comments Foley culled from the Microsoft BPOS forums, it sounds as though the issue was with sign-on, since users who had already logged in were experiencing no problems. By 12:30 p.m., Microsoft reported, again on Twitter, that it had identified the problem, and it was solved and the service was back to full functionality by 2:25 p.m.
For most enterprises, even three hours of downtime is unacceptable. That said, it’s better than the several days in May during which Microsoft BPOS users encountered similar problems.
I think there’s some concern over whether Microsoft Office 365 might be more reliable than BPOS – Microsoft says it is, but competitors including Google are quick to cast doubt. But will this bad buzz affect Office 365′s short-term viability in the marketplace? TalkinCloud will be watching closely, so keep reading.

Google Apps for Educational a 25GB per user

Anche la suite gratuita per il mondo delle Università e delle Scuole garantisce 25GB di spazio per ogni utente della piattaforma.

Google Apps for EDU è gratuita.

Il garante e il cloud: istruzioni per l'uso

Come promesso al ForumPA il Garante della privacy (Francesco Pizzetti) indica alcuni punti di attenzione per non avere sorprese quando si sceglie di andare verso il cloud computing.

'Cloud computing : indicazioni per l’utilizzo consapevole dei servizi'

E' questo il titolo dell'allegato alla relazione del Garante che ha voluto fornire alcune indicazioni per l'uso consapevole del cloud computing.

1) Ponderare prioritariamente rischi e benefici dei servizi offerti 

Prima di optare per l'adozione di servizi di cloud computing, è opportuno che l'utente verifichi la quantità e la tipologia di dati che intende esternalizzare (es. dati personali identificativi o meno, dati sensibili oppure particolarmente delicati come quelli genetici o biometrici, dati critici per la propria attività come ad esempio progetti
riservati). E’ necessario innanzitutto valutare gli eventuali rischi e le possibili conseguenze derivanti da tale scelta sotto il profilo della riservatezza e della loro rilevanza nel normale svolgimento della propria attività. Tale analisi valutativa dovrà evidenziare
l’opportunità o meno di ricorrere a servizi cloud (limitandone l’uso ad esempio a determinati tipi di dati), nonché l'impatto sull'utente in termini economici e organizzativi, l’indisponibilità, pur se parziale o per periodi limitati, dei dati esternalizzati o, peggio, la loro perdita o cancellazione.

2) Effettuare una verifica in ordine all’affidabilità del fornitore

Gli utenti dovrebbero ragionevolmente accertare l'affidabilità del fornitore prima di migrare sui sistemi virtuali i propri dati più importanti, tenendo in considerazione le proprie esigenze istituzionali o imprenditoriali, la quantità e la tipologia delle
informazioni che intendono allocare nella cloud, i rischi e le misure di sicurezza. In funzione della tipologia di servizio che necessitano, oltre che della criticità dei dati, è opportuno che valutino la stabilità societaria del fornitore, le referenze,
le garanzi offerte in ordine alla confidenzialità dei dati e alle misure adottate per garantire la continuità operativa a fronte di eventuali e imprevisti malfunzionamenti. Gli utenti dovrebbero valutare, inoltre, le caratteristiche qualitative dei servizi di connettività di cui si avvale il fornitore in termini di capacità e affidabilità. Ulteriori criteri in base ai quali è possibile valutare l’affidabilità di un fornitore emergono dall’impiego di personale qualificato, dall’adeguatezza delle infrastrutture informatiche e di comunicazione, dalla disponibilità ad assumersi responsabilità, esplicitamente previste dal contratto di servizio, derivanti da eventuali falle nel sistema di sicurezza o a seguito di interruzioni di servizio.

3) Privilegiare i servizi che favoriscono la portabilità dei dati

E’ consigliabile ricorrere a servizi di cloud computing nelle modalità SaaS, PaaS o IaaS in un'ottica lungimirante, vale a dire privilegiando servizi basati su formati e standard aperti, che facilitino la transizione da un sistema cloud ad un altro, anche
se gestiti da fornitori diversi. Ciò al fine di scongiurare il rischio che eventuali modifiche unilaterali dei contratti di servizio da parte di uno qualunque degli operatori che intervengono nella catena di fornitura si traducano in condizioni peggiorative vincolanti o, comunque, per facilitare eventuali successivi passaggi da un fornitore all’altro.

4) Assicurarsi la disponibilità dei dati in caso di necessità

Nell'utilizzo dei servizi di cloud computing, in assenza di stringenti vincoli sulla qualità formalizzati attraverso il contratto con il fornitore, si raccomanda di mantenere una copia di quei dati (anche se non personali) dalla cui perdita o indisponibilità potrebbero conseguire danni economici, per l’immagine o in generale relativi alla missione e alle finalità perseguite dall’utente. Ciò specie quando ci si affidi a servizi gratuiti o a basso costo quali, ad esempio, a servizi di hard disk remoto, mail, soluzione per la conservazione documentale e così via, che potrebbero non presentare adeguate garanzie di disponibilità e prestazioni tipiche, invece, dei servizi professionali. Certamente, nel caso in cui i dati trattati non siano i propri, come avviene per aziende e pubbliche amministrazioni che raccolgono e detengono informazioni di terzi, l’adozione di servizi che non offrono adeguate garanzie di
riservatezza e di continuità operativa può avere rilevanti ripercussioni nel patrimonio informativo dei soggetti cui i dati si riferiscono. In tal senso, il titolare del trattamento dei dati a fronte del contenimento di costi dovrà comunque provvedere al salvataggio (backup) dei dati allocati nella cloud, ad esempio creandone una copia locale (eventualmente sotto forma di archivio compresso), allo scopo
di gestire gli eventuali rischi insiti nell’acquisizione di servizi che, pur con i vantaggi dell’economicità, potrebbero tuttavia non offrire sufficienti garanzie di affidabilità e di disponibilità.

5) Selezionare i dati da inserire nella cloud

Alcune informazioni che si intende inserire sui sistemi del fornitore di servizio, perì loro intrinseca natura, quali ad esempio i dati sanitari, genetici, reddituali, biometrici o quelli coperti da segreto industriale, possono esigere particolari misure di sicurezza.
In tali casi, poiché dal relativo inserimento nella cloud consegue comunque una attenuazione, seppur parziale, della capacità di controllo esercitabile dall’utente, ed una esposizione di tali informazioni a rischi non sempre prevedibili di potenziale perdita o di accesso non consentito, l’utente medesimo dovrebbe valutare con responsabile attenzione se ricorrere al servizio di cloud computing oppure mantenere in house il trattamento di tali tipi di dati.

6) Non perdere di vista i dati

E’ sempre opportuno che l'utente valuti accuratamente il tipo di servizio offerto anche verificando se i dati rimarranno nella disponibilità fisica dell'operatore proponente, oppure se questi svolga un ruolo di intermediario, ovvero offra un servizio progettato sulla base delle tecnologie messe a disposizione da un operatore terzo. Si pensi ad esempio a un applicativo in modalità cloud nel quale il fornitore del servizio finale (Software as a Service) offerto all’utente si avvalga di un servizio di stoccaggio dati acquisito da un terzo. In tal caso, saranno i sistemi fisici di quest’ultimo operatore che concretamente ospiteranno i dati immessi nella cloud
dall’utente.

7) Informarsi su dove risiederanno, concretamente, i dati

Sapere in quale Stato risiedono fisicamente i server sui quali vengono allocati i dati, è determinate per stabilire la giurisdizione e la legge applicabile nel caso di Cloud computing : indicazioni per l’uso consapevole 16 dei servizi controversie tra l’utente e il fornitore del servizio. La presenza fisica dei server in uno Stato comporterà per l'autorità giudiziaria nazionale, infatti, la possibilità di dare
esecuzione ad ordini di esibizione, di accesso o di sequestro, ove sussistano i presupposti giuridici in base al singolo ordinamento nazionale. Non è, quindi, indifferente per l’utente sapere se i propri dati si trovino in un server in Italia, in Europa o in un imprecisato Paese extraeuropeo. In ogni caso, l’utente, prima di inserire i dati nella nuvola informatica, dovrebbe assicurarsi che il trasferimento tra i diversi paesi in cui risiedono le cloud avvenga nel rispetto delle cautele previste a livello di Unione europea in materia di protezione dei dati personali, che esigono particolari garanzie in ordine all’adeguatezza del livello di tutela previsto dagli ordinamenti nazionali per tale tipo di informazioni.

8) Attenzione alle clausole contrattuali

Una corretta e oculata gestione contrattuale può supportare sia l’utente, sia il fornitore nella definizione delle modalità operative e dei parametri di valutazione del servizio, oltre a individuare i parametri di sicurezza necessari per la tipologia di attività gestita. In ogni caso, è importante valutare l’idoneità delle condizioni contrattuali per l’erogazione del servizio di cloud con riferimento ad obblighi e responsabilità in caso di perdita, smarrimento dei dati custoditi nella nuvola e di conseguenze in caso di decisione di passaggio ad altro fornitore. Costituiscono elementi da privilegiare la previsione di garanzie di qualità chiare, corredate da penali che pongano a carico del fornitore eventuali inadempienze o le conseguenze di determinati eventi (es. accesso non consentito, perdita dei dati, indisponibilità per malfunzionamenti, ecc.). Si suggerisce, inoltre, di verificare eventuali soggetti terzi delegati alla
fornitura di servizi intermedi e che concorrono all’erogazione del servizio finale rivolto all’utente, ovvero la preventiva identificazione dei diversi fornitori successivamente coinvolti nel trattamento. Si raccomanda, infine, di accertare quale sia la quantità di traffico dati prevista dal contratto oltre la quale vengono addebitati oneri economici supplementari.

9) Verificare le politiche di persistenza dei dati legate alla loro conservazione

In fase di acquisizione del servizio cloud è opportuno approfondire le politiche adottate dal fornitore, che si dovrebbero poter evincere dal contratto, relative ai tempi di persistenza dei dati nella nuvola. Da una parte l’utente dovrebbe accertare il termine
ultimo, successivo alla scadenza del contratto, oltre il quale il fornitore cancella definitivamente i dati che gli sono stati affidati. Dall’altra, il fornitore dovrà presentare adeguate garanzie, assicurando che i dati non saranno conservati oltre i suddetti termini o comunque al di fuori di quanto esplicitamente stabilito con l’utente stesso. In ogni caso, i dati dovranno essere sempre conservati nel rispetto delle finalità e delle modalità concordate, escludendo duplicazioni e comunicazioni a terzi.

10) Esigere e adottare opportune cautele per tutelare la confidenzialità dei dati

Nell'ottica di proteggere la confidenzialità dei propri dati, l'utente dovrebbe valutare anche le misure di sicurezza utilizzate dal fornitore per consentire l’allocazione dei dati nella cloud. In generale si raccomanda di privilegiare i fornitori che utilizzano a tal fine
tecniche di trasmissione sicure, tramite connessioni cifrate (specie quando i dati trattati sono informazioni personali o comunque dati che devono restare riservati), coadiuvate da meccanismi di identificazione dei soggetti autorizzati all'accesso, la cui complessità sia commisurata alla criticità dei dati stessi. Nella maggior parte dei casi risulta adeguato l'utilizzo di semplici meccanismi di identificazione, basati su username e password, purché le password non siano banali e vengano scelte di lunghezza adeguata. Nell’ipotesi in cui il trattamento riguardi particolari tipologie di dati - quali quelli sanitari, genetici, reddituali e biometrici o, più in generale, dati la cui riservatezza possa considerarsi “critica” - si raccomanda oltre all'utilizzo di protocolli sicuri nella fase di trasmissione, anche la conservazione in forma cifrata sui sistemi del fornitore di servizio.

11) Formare adeguatamente il personale

Il personale preposto al trattamento di dati attraverso i servizi di cloud computing dovrebbe essere sottoposto a specifici interventi formativi, che evidenzino adeguatamente le modalità più idonee per l’acquisizione e l’inserimento dei dati nella cloud, la consultazione e in generale l’utilizzo dei nuovi servizi esternalizzati e delle indicazioni sin qui illustrate, allo scopo di mitigare rischi per la protezione dei dati derivanti non solo da eventuali comportamenti sleali o fraudolenti, ma anche causati da errori materiali, leggerezza o negligenza: circostanze queste che potrebbero dare luogo ad accessi illeciti, perdita di dati o, più in generale, trattamenti non consentiti.

domenica 26 giugno 2011

Wired.it sul Google Liberation Data.

Su wired.it è stato pubblicato un articolo interessante dal titolo: 

Cos'è il Fronte di liberazione dei dati di Google?


Che fine fanno i dati personali in mano alle aziende? Come per una casa, quando si trasloca si impacchetta tutto e lo si porta con sé. Ecco di cosa si occupa il Data Liberation Front di BigG

 di Martina Pennisi
Se ami davvero qualcuno, lascialo andare. È questa una delle tante declinazioni del classico motto di Google don't be evil. Nello specifico, è il Data Liberation Front a occ...... Continuate la lettura sul sito di wired... cliccando qui

mercoledì 15 giugno 2011

Ci preoccupiamo del Cloud Computing e poi... spostiamo i call center nei Paesi della blacklist europea.

L'Albania non solo non ha mai sottoscritto un accordo e non ha avuto riconoscimento dal garante come paese affidabile ma è stata inserita dalla Ue nella black list dei Paesi meno sicuri dal punto di vista della tutela della privacy.
Qualcosa come sempre non funziona.
Se sono i dati a spostarsi nei datacenter sicuri certificati di multinazionali che sulla sicurezza hanno basato la loro identità e sulla fiducia il loro business i titoli volano su tutti i siti se Alitalia e Sky spostano i propri Call Center in Albania. Il prossimo call center a spostarsi quello di TIM...
Beh strano caso nessuna voce istituzionale ha tuonato che è illecito e insicuro eppure numeri di cellulare, carte di credito, partite IVA e migliaia di dati sensibili sono a rischio clonazione. Al mercato nero un nominativo legato ad un numero di cellulare vale 5 centisimi di euro, un nominativo completo di cate di credito 15 centesimi non male.

Al Garante una sigla sindacale ha inviato un esposto... speriamo sappia tutelarci!

Per maggiori informazioni vi consiglio di leggere l'articolo del Corriere Comunicazioni: clicca qui

domenica 5 giugno 2011

Irrational vs. unreasonable


Customers and team members make irrational requests all the time.

That doesn't make them unreasonable. If satisfying their request moves things forward, it's not always worth the effort to teach someone a lesson. Sometimes, it's more effective to just embrace their irrationality.

Being right doesn't always have to be the goal.

sabato 28 maggio 2011

Il desktop di Google si fa sempre più Social.

People Widget in arrivo su Gmail


Gli strumenti di comunicazione e collaborazione di Google evolvono in modo continuo.

Questo è uno degli aspetti principali e che rendono un servizi Cloud strategico perchè permette una innovazione continua e una evoluzione "daybyday" delle persone che utilizzano questi strumenti.

Gmail è lo strumento di Comunicazione di Google Apps e nel giro di qualche settimana potra avere a disposizione un nuovo Widget.

People Widget è un nuovo widget, all’interno del quale sarà possibile vedere le persone con le quali s’interagisce di più tramite i servizi Google. Non solo email, ma anche chat, Buzz e quant’altro saranno parte delle informazioni mostrate da People Widget, che raccoglierà tutte le nostre interazioni con i colleghi e i collaboratori.

Un ennesimo strumento per semplificare ed efficentare l'organizzazione.

sabato 21 maggio 2011

Office 365: prime tre settimane qualche numero e qualche perplessità

A sole 3 settimane dall’annuncio della disponibilità della versione beta pubblica di Microsoft Office 365, sono già state fatte 2100 sottoscrizioni di prova del nuovo servizio di cloud computing firmato Microsoft.Mediamente per avere la propria richiesta evasa servono 20 giorni.

Sicuramente un approccio diverso dagli altri provider in cui l'attivazione del servizio è immediata.

Altra nota. Exchange Online il servizio chiave dell'offerta di Microsoft, negli Stati Uniti - dove è attivo ormai da diverso tempo - ha avuto una serie di problemi tecnici e ritardi che l'hanno costretta negli ultimi giorni ad andare offline in diverse occasioni, la prima la settimana scorsa, l'ultima nella giornata di ieri  scatenando le proteste degli amministratori IT.

Qualcuno ha posto il problema come un problema di sicurezza... il problema forse è nella scelta del  Cloud Solution Provider... e non la sicurezza del Cloud.

Leggendo con attenzione l'offerta di Microsoft emerge in modo abbastanza chiaro che il servizio è un servizio di hosting di un applicativo Microsoft Exchange. L'hosting di un applicativo ha poco a che vedere con un servizio Cloud infatti Microsoft attiva per ogni cliente una istanza  di Microsoft Exchange e si impegna a gestirla garantendo uno SLA. 

L'infrastruttura su cui il servizio è ospitata è scalabile ma non il servizio. 

Microsoft si scusa e informa che stanno "investigando la questione legata ai problemi con le email e alle interferenze riscontrate con Exchange Online".  E con le scuse ha ribadito che avrebbero potuto avvertire con più tempestività gli utenti, ma che si è fatto il possibile per risolvere la questione.

Amazon, Google, Salesforce, Zoho condividono online documenti su come sono impegnati a garantire la sicurezza e la disponibilità dei propri servizi e in caso di disservizio indicano chiaramente il problema riscontrato e quanto metteranno in campo nell'immediato perchè questo non si ripeta.

Per tutti questi provider è disponibile un Dashboard (AWS Service Health Dashboard, Trust.salesforce.com, Zoho Service Health Status, Google Service Dashboard) di consultazione in cui vengono notificati immediatamente i problemi riscontrati e date indicazioni in tempo reale su come il problema viene affrontato.

Amazon rispetto i problemi che ha avuto lo scorso aprile non ha mancato di comunicare con trasparenza
(Summary of the Amazon EC2 and Amazon RDS Service Disruption in the US East Region) e non solo ecco il video intervista di Keith Shaw sul disservizio di Amazon EC2 ha velocemente fatto il giro dei principali blog.



Enisa ricorda che per scegliere un provider la trasparenza è un elemento chiave. Speriamo anche Microsoft presto adotti strumenti ormai condivisi e che poco presti il fianco a chi sembra cogliere ogni disservizio del Cloud come una opportunità per dire che è un modello di erogazione di servizi IT non sicuro.